Paesaggi teramani in posa La natura in primo piano nel nuovo libro del fotografo Maurizio Anselmi.

08.01.2010 12:04

 La natura in primo piano nel nuovo libro del fotografo Maurizio Anselmi.

di ANNA FUSARO

Un canto al paesaggio teramano, epitome del paesaggio abruzzese. E quindi un canto anche all’intera terra d’Abruzzo. Sfogliando le bellissime pagine del volume «Ager Praetutianus (Omaggio al paesaggio teramano)», appena pubblicato dal fotografo Maurizio Anselmi per Artemia Edizioni (146 pagine, 45 euro), si resta incantati dalla bellezza delle immagini, capaci di restituire con efficacia la meraviglia di un ambiente naturale che non ha eguali in Italia. In quale altra regione italiana si può infatti ammirare dalla riva del mare una montagna che sfiora i tremila metri e, viceversa, nelle giornate particolarmente terse, spaziare da quella vetta verso due mari? Il massiccio del Gran Sasso, che propone il versante più grandioso (oltre che la cima più alta, la Vetta Occidentale, con i suoi 2.912 metri) proprio in territorio teramano, è il protagonista principale del libro fotografico di Maurizio Anselmi fin dalla prima immagine, uno spettacolare scatto aereo panoramico che abbraccia Campo Pericoli, Corno Piccolo, Corno Grande, Campo Imperatore, e, oltre i due Corni, lasciando intuire il gran salto di roccia del Paretone, il rincorrersi delle colline teramane sino all’Adriatico. 

Ma insieme alla montagna sono protagonisti di questo elegante volume anche il bosco, il borgo, la collina, il vigneto, la spiaggia e il mare. Senza dimenticare alcuni simboli culturali e artistici della provincia teramana, come la fortezza borbonica di Civitella del Tronto, il soffitto maiolicato della chiesetta di San Donato a Castelli, la cattedrale di Teramo con il Paliotto d’a rgento di Nicola da Guardiagrele, e gli affreschi quattrocenteschi di Andrea Delitio nel duomo di Atri, che Maurizio Anselmi ha fotografato per primo dopo i recenti lavori di restauro. Sono oltre 130 le foto racchiuse nelle quattro sezioni di «Ager Praetutianus»: «Panorami: la montagna teramana», «Atmosfere: i borghi», «Paesaggi: le colline teramane», «Scorci: il mare». Immagini realizzate dall’a utore in un arco di tempo che va da sei-sette anni fa sino a pochi mesi orsono. 


Anselmi, classe 1957, laurea al Dams di Bologna, fotografo pubblicitario e di moda per riviste nazionali (Panorama, Amica, Max, Vogue Sposa), diversi premi e riconoscimenti, e una costante attività di ricerca in campo culturale, incentrata in particolare sul patrimonio artistico abruzzese, ha collaborato con diverse istituzioni, tra cui l’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga, e ha curato la parte fotografica di calendari e libri, come «La Cappella Sistina della maiolica. Il soffitto della chiesa di San Donato di Castelli» (Andromeda), con alcune immagini di quest’opera pubblicate anche dalla rivista d’arte Fmr. Il lavoro più recente, prima di «Ager Praetutianus», la mostra e il libro «Colpiti nel cuore (Conoscere per ricostruire)» sul sisma aquilano. «Non sono un artista, sono un fotografo», ha detto di sé Anselmi nel corso della presentazione di «Ager Praetutianus», nei giorni scorsi nella sede della Banca di Teramo, presenti il presidente dell’istituto creditizio Antonio Tancredi, Walter Mazzitti, già presidente dell’E nte Parco, autore dell’introduzione al volume, e il giornalista e scrittore Nicola Catenaro, che firma nelle pagine di apertura del libro il testo «Il Gigante che cammina», un leggiadro racconto fantastico dedicato al Gran Sasso. 

Il massiccio più alto della catena degli Appennini domina le pagine iniziali della pubblicazione. Aiutato anche dalle didascalie finali di Fabio Marini, il lettore scoprirà (o riconoscerà, se appassionato di montagna) i punti più belli del gruppo montuoso: le Fiamme di pietra e il Monolito del Corno piccolo, i Pulpiti intorno all’ormai estinto ghiacciaio del Calderone, la vertigine del Paretone del Corno Grande, il Vallone delle cornacchie, la conca erbosa di Campo Pericoli, la Val Maone, di origine glaciale, ricca di grotte, sorgenti e faggete, il panorama da Monte Portella, le vedute estive e invernali dei Prati di Tivo, il borgo di Pietracamela, incastonato tra rocce e boschi. Dalla verticalità del Gran Sasso il percorso visivo costruito da Anselmi si sposta ai vicini Monti della Laga, al confine con Umbria e Marche, più morbidi e tondeggianti, carichi di neve in inverno, verdi di boschi e ricchi di acque nella bella stagione, come le cascate della Morricana, un salto di 40 metri tra i faggi e gli abeti rarissimi del secolare Bosco della Martesa.

L’abbraccio delle montagne al territorio teramano si completa con i Monti Gemelli, al confine con le Marche, grandiose quinte delle selvagge Gole del Salinello, nonché bastioni di Castel Manfrino: oggi solo un rudere, ma un tempo, secondo una leggenda che incrocia come fonti Boccaccio e Dante, sepolcro di Manfredi di Svevia, che lo aveva edificato all’inizio del XIII secolo per controllare il limite del regno. Nelle sezioni successive la narrazione per immagini scende a valle, dove si incontrano, insieme ai segni dell’u omo, diverse campiture di colore, sia nell’alternanza di rocce, boschi, pietra edificata, con le vedute aeree dei borghi, sia nelle colline coltivate a vigna, ulivo, grano. 

Dopo il silenzio e la solitudine della montagna sembra sentire arrivare pian piano il rumore della costa, il vociare della spiaggia, sebbene qui ritratta in forme quasi astratte, attraverso le geometrie di ombrelloni e casotti. Nelle ultime pagine il ritratto del paesaggio diventa anche un invito a difendere il patrimonio naturalistico: non è certo casuale la scelta dell’autore di far dialogare le immagini del biotopo di Martinsicuro e della riserva del Borsacchio, due brevissimi tratti selvaggi della costa teramana, costantemente minacciati dall’avidità e dall’ignoranza.

(02 gennaio 2010)